I numeri che riguardano le diagnosi di tumore al colon stanno iniziando a mettere paura, soprattutto nei giovani. È bene prestare attenzione a un sintomo inaspettato.
Avere cura del proprio corpo è importante per tutti e dovrebbe avvenire a ogni età, puntando innanzitutto su uno stile di vita sano e un’alimentazione che garantisca all’organismo tutti i componenti di cui ha bisogno. A questo dovrebbe poi aggiungersi la prevenzione, ovvero un controllo periodico attraverso gli esami di screening più importanti, così da individuare eventuali malattie quando sono ancora in fase iniziale. Questo vale anche per il tumore al colon, una delle neoplasie che ha ancora un elevato livello di mortalità, per questo risulta essere determinante arrivare a una diagnosi il prima possibile.

È però un errore pensare che si tratti di un problema che può riguardare soprattutto le persone non più giovanissime, è in crescita infatti il numero di pazienti che arrivano a scoprire il cancro addirittura prima dei 50 anni. Non può quindi che essere fondamentale essere a conoscenza di quali possono essere i sintomi che dovrebbero metterci in allarme per poter consultare il medico al più presto e fare tutti gli accertamenti del caso.
Tumore al colon nei giovani: occhio ai sintomi
Essere troppo apprensivi in merito alla propria salute può essere un errore, porta a essere ansiosi anche quando magari non è necessario. È però importante essere il più possibile scrupolosi, ben sapendo quali siano i fattori di rischio che possono aumentare le possibilità di incorrere in gravi malattie e parlarne con il medico se si notano sintomi particolari e che possono destare dubbi.
Se possibile, qualche accortezza in più dovrebbe esserci nei confronti del tumore al colon, che si manifesta sempre più spesso nei pazienti che hanno meno di 50 anni (soprattutto tra i 30 e i 45 anni). I ritardi nella diagnosi sono ancora tanti, soprattutto perché alcuni segnali che possono emergere finiscono per essere addebitati a problemi meno gravi, finendo così per essere sottovalutati. Le possibilità di cura aumentano solo se si osserva in maniera critica uno stato di malessere, specialmente se non si è mai verificato prima, come ha messo in evidenza Isacco Montroni, direttore dell’Unità complessiva di chirurgia colon-rettale all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Il medico ha così sottolineato come sia importante agire tempestivamente: “Il programma di screening nazionale, basato sul test del sangue occulto nelle feci, rappresenta uno strumento fondamentale, ma purtroppo non è ancora adottato con la regolarità necessaria – sono le sue parole riportate da ‘Vanity Fair’ –. All’INT stiamo lavorando a metodologie diagnostiche più innovative e meno invasive rispetto alla tradizionale colonscopia, come l’analisi delle alterazioni genetiche dei tumori e del sistema immunitario attraverso un semplice prelievo di sangue, grazie al supporto del Dipartimento di Oncologia sperimentale”.
In uno studio pubblicato su una delle prestigiose riviste del circuito di Jama che ha preso recentemente in esame 25mila pazienti, è stato notato come alcuni sintomi siano meritevoli di un accertamento rapido. Quasi la meta aveva infatti sangue vivo nelle feci (ematochezia) e dolore addominale, mentre un quarto di loro aveva abitudini intestinali alterate (diarrea e/o stitichezza). Un esame specifico diventa necessario se la situazione persiste per oltre due settimane, a volte questo può davvero salvare la vita.