A molti potrebbe sembrare strano, ma quando ci si mette in cerca di offerte di luce e gas ci si può rendere conto di un problema con i dati personali, ecco quale.
In un periodo come quello che stiamo vivendo l’idea di risparmiare può fare comodo un po’ a tutti e in ogni ambito della nostra quotidianità, inutile negarlo. Questo vale a maggior ragione per quanto riguarda le utenze di luce e gas, che spesso influiscono in maniera determinante sul bilancio familiare, costringendoci a dover gestire un vero e proprio salasso.

L’avvento del mercato libero, che consente di valutare quale siano il fornitore e la tariffa che si ritiene siano maggiormente adatti alle proprie esigenze di consumo, gioca a favore dei clienti, che hanno la possibilità di valutare con attenzione una soluzione alternativa migliore rispetto a quella in essere. L’eventuale passaggio, infatti, avviene in modo gratuito, senza la necessità di sostenere alcun costo per la disdetta, anche se a sorpresa si potrebbe andare incontro a un inconveniente a cui forse in pochi pensano, ma che può essere davvero sgradevole.
Cerchi un nuovo fornitore luce e gas? Occhio ai tuoi dati personali
Mettersi alla ricerca di un nuovo fornitore per luce e gas può essere impegnativo, soprattutto perché non si sa bene come destreggiarsi tra le varie soluzioni. In genere si cerca di sfruttare il web, dove sono disponibili diversi siti ad hoc, i cosiddetti comparatori, che consentono di inserire le proprie informazioni personali, oltre alle abitudini di consumo, così da avere un quadro generale delle varie opzioni.
A volte, però, nonostante si tenda a fare questa operazione per tutelare se stessi e il proprio portafoglio si può andare incontro a una situazione spiacevole, che sarebbe bene evitare. A metterlo in evidenza è Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che usa spesso il suo profilo social per lanciare una serie di “allarmi” volti a segnalare agli utenti alcuni rischi a cui possono andare incontro, anche inavvertitamente. Questo può avvenire nel corso di una delle numerose chiamate dai call center a cui possiamo essere sottoposti, spesso involontariamente, al punto tale da sentirsi tartassati perché possono arrivare nei momenti meno opportuni.

E’ proprio durante la fase di switching, quella in cui ci si mette all’opera in cerca di un gestore ritenuto conveniente, che si può subire il furto dei propri dati personali, che possono essere quindi utilizzati in modo indebito. Si tratta di un disagio non di poco conto, che può avvenire per due diverse ragioni: una falla nel Sistema Informativo Integrato (sarebbe grave, è una banca dati pubblica) oppure è il distributore (il soggetto che interviene sul tuo contatore) che vende i dati, magari appprofittando di alcuni dipendenti infedeli.
Fortunatamente difendersi è possibile, mettendo in atto alcune piccole accortezze. E’ innanzitutto importante non farsi prendere dalla frenesia e tenere a mente che nessun operatore legittimo chiederà conferme urgenti al telefono. Si deve inoltre verificare sempre l’identità di chi sta chiamando, non è detto che il numero chiamato sia quello reale, non si deve dare alcuna informazione personale se l’interlocutore non dà le proprie, meglio riagganciare e prendere il tempo necessario per fare le opportune verifiche.
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Non si devono inoltre mai dare dati sensibili propri al telefono (dati bancari o documenti d’identità), mai confermare verbalmente il codice POD/PDR (è la “chiave” per attivare contratti), né dire “Sì” a domande che chiedono una conferma, c’è il rischio che le registrazioni possano essere manipolate. Si devono inoltre pretendere sempre comunicazioni scritte, oltre ad accertarsi con il fornitore scelto in merito allo stato dello switching. Fatto questo, si può stare più tranquilli.