I percettori di pensione di reversibilità sono basiti. La sentenza della Cassazione è senza precedenti, nessuno si aspettava tale decisione.
Una decisione che spiazza i cittadini, la Cassazione con una sentenza sottolinea la cancellazione della pensione di reversibilità per alcuni superstiti. Non si tratta di una novità ma è giusto che tutti i percettori ne siano al corrente perché il dettaglio è molto importante.

L’INPS eroga la pensione di reversibilità ai superstiti di un pensionato deceduto. Questo trattamento pensionistico prevede dei limiti reddituali modificati annualmente da rispettare per ricevere l’importo mensilmente. Nel 2025 la soglia per la reversibilità è di 23.579,22 euro per percepire il 100% della quota spettante. Rimanendo entro 31.438,96 euro sarà applicata una riduzione del 25% mentre la percentuale diventerà del 40% con reddito annuo fino a 39.298,70 euro. Infine, la riduzione sarà del 50% con redditi superiori a 39.298,70 euro.
Se nel nucleo familiare del superstite sono presenti figli minori, studenti o disabili le riduzioni non verranno applicate. Ricordiamo che l’importo della pensione di reversibilità dipende oltre che dalla situazione economica del superstite dalla pensione percepita in vita dal deceduto, dal numero dei superstiti e dal grado di parentela. Al coniuge, ad esempio, spetterà il 60% del trattamento mentre al coniuge con due figli o più il 100%. Al figlio unico spetta il 70% mentre saranno più basse le percentuali per genitori, nipoti, fratelli e sorelle (a condizione che risultassero a carico del pensionato deceduto al momento della morte). Tutto questo non ha subito modifiche ma c’è un’importante aspetto da considerare.
Cosa accade alla reversibilità in caso di decesso del superstite?
L’ordinanza della Cassazione di riferimento è la numero 14287 del 22 maggio 2024. Specifica che il superstite di un soggetto che riceveva la pensione di reversibilità in quanto superstite esso stesso di un pensionato INPS non ha diritto all’erogazione del trattamento dopo la morte del percettore originario. Se, ad esempio, dovesse venire a mancare la mamma che percepiva la pensione di reversibilità del papà deceduto in precedenza, i figli non diventeranno beneficiari del trattamento.

La possibilità di subentrare nel trattamento pensionistico non è concessa nemmeno se il superstite era a carico del percettore della reversibilità quando quest’ultimo è deceduto. Inizialmente la Corte d’Appello ha accolto la richiesta della donna che si era rivolta ai giudici per ricevere la misura ma dopo il ricorso dell’INPS alla Cassazione la decisione è cambiata.
Questo perché la pensione di reversibilità non è trasferibile ai superstiti del beneficiario originario essendo una prestazione dedicata a chi dipendeva economicamente dal titolare di pensione diretta. La reversibilità non fa parte dell’eredità di una seconda persona, nasce e si estingue con il rapporto tra titolare originario e superstite diretto. Nessuna norma, infatti, prevede l’estensione del beneficio oltre il primo livello di superstiti.