La restituzione di alcune somme da parte dell’INPS non sempre è legittima. Ci sono casi in cui il cittadino potrà opporsi alla richiesta.
Una lettera dall’INPS con richiesta di pagamento di un certo importo per restituire somme non spettanti può spaventare. Potrebbe essere un bel problema soddisfare l’obbligo, fortunatamente in alcuni casi non bisognerà procedere.

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale eroga Bonus, agevolazioni, pensioni e trattamenti vari ai cittadini. Nella maggior parte dei casi ci sono dei requisiti o condizioni da rispettare per avere accesso alle misure. L’ente verificherà che tali requisiti siano soddisfatti e non è detto che il controllo arrivi sempre prima dell’erogazione della somme richieste dal contribuente. Significa che all’improvviso l’INPS potrebbe inviare delle lettere in cui richiede la restituzione di soldi perché non dovuti al cittadino oltre a comunicare la decadenza dei versamenti. In questi casi tale richiesta sarà legittima perché l’utente ha sbagliato. In altre circostanze, invece, la domanda dell’INPS può essere frutto di un errore dell’ente stesso. Cosa significa?
Bisogna verificare la legittimità dell’istanza prima di corrispondere la cifra indicata nella missiva. Errore o truffa? C’è da chiedersi anche questo ma riconoscere un raggiro è semplice se si conoscono le indicazioni chiave. I malintenzionati agiscono tramite e-mail o sms invitando il malcapitato a cliccare su link o scaricare allegati per compilare form in cui inserire dati sensibili. Una richiesta del genere non arriverà mai dall’INPS che agirà sempre tramite i canali ufficiali.
Cosa fare se si riceve una lettera dell’INPS
Dopo aver accertato che non si tratta di una truffa bisognerebbe capire se la richiesta è legittima o meno. Richiesta ingiuste da parte dell’ente, infatti, sono abbastanza frequenti e il contribuente deve esserne consapevole. Nello specifico l’INPS chiede spesso la restituzione dei soldi in modo non corretto. Può capitare in caso di errore del versamento oppure se sono passati tanti anni dalla scadenza del pagamento con la richiesta che arriva, dunque, oltre il tempo massimo. C’è di più, se spaventati dalla lettera si dovesse pagare per poi scoprire in un secondo momento che il versamento non era dovuto si potranno chiedere indietro i soldi all’INPS.

Quando arriva una contestazione, dunque, il primo passo è verificare il motivo del presunto debito. Può capitare che l’INPS abbia erogato somme senza che il cittadino le abbia richieste. Questo ha naturalmente accettato i soldi in buona fede pur non capendone il motivo. Diverse sentenze della Cassazione hanno stabilito come se è l’ente ad aver sbagliato il cittadino non dovrà restituire le somme. L’errore dell’Istituto, infatti, non può avere ripercussioni sul soggetto coinvolto erroneamente. Attenzione, poi, alle tempistiche della richiesta di restituzione delle somme. Per le prestazioni connesse a versamenti contributivi la richiesta a distanza di un anno dalla presentazione della dichiarazione dei redditi o Unico è illegittima.