Milano non cresce più, ma si trasforma e
si qualifica nella valorizzazione dei suoi riconosciuti elementi di
pregio. Restaura i complessi monumentali e museali e ne progetta di
nuovi, la "Città delle Culture" all'Ansaldo, il "Museo
del Presente" in Bovisa, il, "Museo del Novecento"
all'Arengario. Gli spazi della cultura si adeguano ai nuovi modi di
fruizione e alle diverse figure degli utilizzatori, la grande Biblioteca
Europea sorgerà al posto dello scalo ferroviario di Porta Vittoria, in
corrispondenza con una stazione del passante, affacciata sul parco di
largo Marinai d'Italia. In parallelo al
consolidamento dei "centri di diffusione del sapere", le dieci
università milanesi, "centri di formazione del sapere", hanno
ampliato, riqualificato e soprattutto decentrato nel territorio
metropolitano le proprie sedi, per accogliere sempre più studenti e
garantire strutture adeguate alla giusta competizione internazionale che
entra oggi anche nel campo dell'istruzione. La
città, principale nodo della rete regionale lombarda, pur nei suoi
confini assai limitati, si confronta oggi con il contesto più ampio
del territorio metropolitano. La
"Grande Milano" si sta costruendo sul decentramento di
decisivi nuclei propulsori di sviluppo economico, integrando le
potenzialità presenti in più zone per la composizione di un
sistema realmente competitivo che, tra l'altro, sia capace di
adeguarsi alla velocità con cui all'esterno si assiste
all'introduzione di fattori e di funzioni innovativi. Si
sono così strutturate centralità alternative, definite
da proprie specializzazioni qualificate, nuovi territori e nuovi
confini che i milanesi stessi per primi devono riscoprire:
recinti chiusi ed invalicabili di vecchi stabilimenti, che pure
hanno consentito alla città di crescere, si sono trasformati
nell'arco di pochi anni in luoghi urbani attrezzati per
accogliere che li utilizzerà per il lavoro, lo studio,
l'abitare.
Milano, 2002 |